Tuesday, August 31, 2004

«Non potete uscire di casa», botte ai genitori. Al rifiuto scoppia il putiferio: calci e pugni

Due minorenni del Tufello, quartiere popolare di Roma,
accusati di maltrattamenti. Papà e mamma sotto choc

ROMA - È finita in manette l'avventura dei due turbolenti minorenni del Tufello, quartiere popolare di Roma. Due ragazzi, di 14 anni e 16 anni, che hanno preso a botte gli anziani genitori, e di cui uno invalido, «colpevoli» di aver vietato loro di uscire di casa per incontrarsi con gli amici.

LA VICENDA - Sono le 11 di sera di due notti fa. I due minorenni vogliono trascorrere una serata con gli amici del quartiere. Ma vista l'ora tarda i genitori si oppongono. «Non potete uscire», dicono. Al rifiuto di mamma e papà scoppia il putiferio. I due ragazzi spintonano dapprima il padre, invalido all'80%, dopodiché si dirigono minacciosi verso la madre colpendola con dei pugni. A quel punto, probabilmente preoccupati per le possibili conseguenze o confidando nella più completa impunità, i due giovani chiamano il 112 dicendo ai militari dell'Arma che i genitori si rifiutavano di farli uscire tenendoli segregati in appartamento.

L'INTERVENTO DEI CARABINIERI - La Centrale Operativa invia subito sul posto una gazzella del Nucleo Radiomobile che trova i genitori con il volto sconvolto e sotto choc. I militari ascoltano la versione dei figli e, poi, quella del papà e della mamma dei ragazzi che, fra le lacrime, raccontano come sono andate effettivamente le cose. A quel punto i Carabinieri chiedono ai due minorenni di segurili in caserma. Ma questi non ci stanno. Uno dei due ragazzi, nel tentativo di sfuggire ai militari, strappa la camicia a un carabiniere, l'altra figlia invece, dopo aver inveito verbalmente contro l'altro militare prova a graffiarlo. Solo a quel punto i due vengono fermati e condotti in caserma. Ora dovranno rispondere dell'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni a pubblico ufficiale.

Monday, August 30, 2004

«Vogliamo la poltrona di Cattaneo»

Il Codacons si presenta a Viale Mazzini con l'ufficiale giudiziario e chiede il pignoramento. Ma in cambio ottiene un proiettore

ROMA - Chissà quanto volte se l'è sentito dire: caro direttore lasci quella poltrona. L'opposizione, tanto per fare un esempio, lo invoca da mesi. Flavio Cattaneo però, che da quando è diventato direttore generale della Rai ne ha viste un po' di tutti i colori, non si sarebbe mai aspettato che la richiesta venisse da un ufficiale giudiziario. E invece la signora Luisa Cuscino, di professione ufficiale giudiziario, in mattinata ha puntato dritta verso il settimo piano di Viale Mazzini con il preciso obiettivo di portarsi via la poltrona del direttore generale. E non è tanto per dire. La signora Cuscino aveva tanto di sentenza del Consiglio di Stato che l'autorizzava al sequestro. Ad accompagnarla c'era anche il presidente del Codacons Rienzi, vero artefice del blitz, che spiegava di essere creditore «della Rai di 2.500 euro per cause perse dall'azienda nei confronti del Codacons».

IL BARATTO - La decisione del giudice, a quanto spiegato da Rienzi, è della scorsa primavera. La vicenda si riferisce ad un esposto fatto dal Codacons in merito alla trasmissione Mi manda Raitre e dalla quale l'associazione era stata esclusa nonostante avesse chiesto di parteciparvi. Da allora è seguita una battaglia a colpi di carte bollate e di ricorsi al Consiglio di Stato che alla fine hanno visto uscire vincitori i consumatori. Da qui la richiesta di pignoramento della poltrona. Peccato però che la signora Cuscino anziché il prestigioso strapuntino invocato da Rienzi abbia ottenuto un proiettore sistemato nella sala dove si tengono anche le conferenze stampa. Alternativa, che sa di baratto e che al Codacons non va a genio. «Ancora una volta - ha sentenziato Rienzi - non fanno servizio pubblico, tolgono agli utenti uno strumento molto più utile della poltrona di Cattaneo». Da Viale Mazzini un laconico commento: «È stata un'inutile provocazione». Ma intanto la poltrona è salva

Tragico addio al celibato: durante la lap dance muore soffocato

Il promesso sposo ucciso dalla decima misura al silicone della stripper

Un allegro addio al celibato, in uno strip club americano, si è trasformato in una tragedia per il futuro sposo. Un ragazzo 32enne, che si godeva le attenzioni della procacissima stripper, è stato infatti soffocato dal suo enorme seno: una decima misura al silicone
Secondo la polizia l'uomo, che aveva la faccia completamente sotterrata nel seno della ballerina, ne è rimasto soffocato ed è morto.
"Chi avrebbe potuto capire che quando ha cominciato a fare grandi cenni con le mani chiedeva aiuto", hanno detto gli spettatori. Quando si sono accorti che non si muoveva più era ormai troppo tardi.
Citati in giudizio il locale e la stripper per omicidio colposo

Hooligans scatenati, aereo rischia di cadere

Gli ultras della Stella Rossa picchiano l'equipaggio e mettono a rischio la procedura d'atterraggio: ad attenderli a terra la polizia.

BELGRADO - Stavano a ottomila metri ma credevano di essere allo stadio. Cori, spintoni, insulti agli «avversari», persino l'ola. I tifosi della squadra della Stella Rossa hanno fatto un gran baccano senza rendersi nemmeno conto che avrebbero potuto far precipitare l'aereo su cui viaggiavano. A bordo di un volo charter che li doveva portare a seguire il match contro il Psv Eindhoven (vinto poi sul campo per 5 reti a zero dagli olandesi), gli ultràs belgradesi, arcinoti alle cronache anche per essere stati la spina dorsale dell'esercito del famigerato comandante Arkan ne hanno fatte di cotte e di crude. Prima hanno malmenato l'equipaggio e poi, non contenti, hanno messo a rischio la procedura di atterraggio. La notizia è trapelata solo oggi, dopo che la Jat, la compagnia di bandiera serba, ha fatto sapere alla società Stella Rossa che non organizzerà mai più simili voli. Stando alle testimonianze dell'equipaggio, i tifosi hanno cercato di destabilizzare il velivolo gettandosi tutti insieme da un lato all'altro. A fatica, il pilota è riuscito a mantenere la rotta e ad atterrare. Una volta atterrati, la brutta scoperta: ad attendere i teppisti all'aeroporto c'era la polizia.

Friday, August 27, 2004

«Non è morta, mi ha telefonato» Olgica, sepolta pochi giorni fa, avrebbe contattato i familiari con una telefonata

Una petizione popolare per riesumare il cadavere

BELGRADO - Torna la psicosi da vampiri nel piccolo villaggio Lopusnik non lontano da Belgrado a causa di una strana apparizione di una donna che si riteneva morta. Per questo la comunità locale ha avviato la procedura per una petizione popolare per la riesumazione del cadavere della presunta vampira.

MORTE SOSPETTA - La vicenda, oggi largamente riferita dai giornali di Belgrado è nata con la morte in un incidente stradale di una donna, Olgica Stanisavljevic, 57 anni, erede di una famiglia chiacchierata dai superstiziosi. Pochi giorni dopo il funerale, il marito e il figlio hanno ricevuto una telefonata dalla defunta. «Sto bene, sono in una casa di riposo per anziani, trovate un'automobile e venitemi a prendere», ha detto, senza fornire però un indirizzo. «La voce era la sua, ne siamo sicuri», hanno riferito i familiari alla polizia, chiedendo l'esumazione del corpo.

FAMIGLIA CONTROVERSA - Alla loro richiesta, negata, si sono poi uniti tutti gli abitanti di Lopusnik: il nonno della defunta era stato un «vampiro». «Due anni fa era stato sepolto ed è stato visto girare nel cimitero». La comunità aveva dovuto ricorrere all'ausilio di streghe locali per constringere il presunto vampiro, attraverso riti magici, a starsene quieto nella sua tomba.

SCAMBIO D'IDENTITA' - Una spiegazione razionale, ammesso che la telefonata venisse veramente dalla defunta, è stata data dai pochi non superstiziosi del paese: forse c'è stato uno scambio di identità, ovvero la sepolta è un'altra, e in questo caso l'incidente avrebbe potuto provocare un vuoto di memoria nella donna, che in un momento di lucidità avrebbe chiamato casa. Ma quasi tutto il villaggio è convinto che Olgica abbia ereditato il «vampirismo» dell'antenato e ora si prospettano nuovi riti magici per scacciare questo «spirito invadente».

Thursday, August 26, 2004

«Maradona sniffa cocaina», ci sono le foto | vs | Maradona in lacrime: «Voglio tornare a Cuba»




25 agosto 2004
BUENOS AIRES - Diego Armando Maradona ancora in lacrime. Dopo la finale (persa) contro la Germania ai Mondiali di Italia '90, il fuoriclasse argentino ha pianto di nuovo davanti alle telecamere di Canal 9, un'emittente di Buenos Aires. Maradona ha chiesto in lacrime di poter tornare a Cuba per continuare il programma di disintossicazione dalla cocaina. Dopo tre mesi in una clinica nei dintorni di Buenos Aires, l'ex pibe de oro ha chiesto al giudice di poter lasciare l'Argentina. «Sono abbastanza vecchio e in grado di sapere cosa fare della mia vita», ha dichiarato con il timore di non riuscire a ottenere l'espatrio.

19 agosto 2004
Diego Maradona che sniffa cocaina, che passeggia nudo tra i suoi amici e dopo aver sniffato una dose fa sesso con la sua fidanzata. Sono le foto pubblicate dal quotidiano sportivo messicano «Record». Quattro sequenze dell'ex campione di calcio argentino, con la spiegazione che le immagini sono state riprese a Cuba e che il goleador sull'isola si drogava nello stesso periodo in cui stava seguendo un programma di disintossicazione dalla cocaina. I fatti, secondo il quotidiano, sarebbero accaduti lo scorso marzo, poco prima che Maradona lasciasse Cuba per fare ritorno in Argentina.

Tuesday, August 24, 2004

Monday, August 23, 2004

Thursday, August 05, 2004

Il capitano è impazzito: lo legano all'albero dello yacht


LEGATO ALL'ALBERO I due passeggeri dello yacht inglese Argo sono stati salvati dai mezzi di soccorso spagnoli dopo che avevano lanciato l'allarme ieri dalla barca che navigava al largo della Galizia, in Spagna. Il capitanto, Spike Sellers, (nella foto Ansa) anche lui inglese, aveva dato segni di follia minacciando ripetutamente di voler affondare la barca: i due, impauriti, non hanno messo tempo in mezzo. Lo hanno bloccato, legato all'albero come un novello Ulisse e chiamato i soccorsi.

Wednesday, August 04, 2004

Cicciolina: «Mi candido a sindaco di Milano» - L'ex pronodiva vuole presentarsi alle prossime elezioni


L'obbiettivo della 52enne ex regina dell'hard: «Mi dicono che la città è noiosa, io voglio farla ridiventare eccitante»

MILANO - Quando era ancora «in carriera» nel mondo dell'hard, era arrivata in Parlamento, rimanendoci 5 anni come deputato nelle file dei radicali. Era il 1987. Adesso Ilona Staller, in arte Cicciolina, lasciato il porno alla fine degli anni Ottanta ( ha continuato con qualche spettacolo ma molto meno hard di un tempo) e dopo varie vicissitudini familiari, vorrebbe riprovare con la politica: Cicciolina, infatti, vuole candidarsi a sindaco di Milano.

PROGETTI - Ilona Staller annuncerà ufficialmente la sua candidatura in una conferenza stampa, giovedì sera, nella sede dell'emittente televisiva Telelombardia per poi spiegare in diretta le sue motivazioni nella trasmissione «Prima serata». L'obbiettivo? «Rendere Milano una città eccitante» dice Cicciolina, che oggi ha 52 anni. Nata a Budapest e cittadina italiana dal 1972, un matrimonio finito alle spalle con Jeff Koons («un artista contemporaneo alla Andy Warhol») dal quale ha avuto un figlio, Ludwig, che oggi ha 12 anni ed è stato a lungo conteso. Che Milano possa diventare un po' più vivace ed eccitante è opinione di tanti. Ma cosa questo significhi in concreto per Ilona Staller dovrà spiegarlo la candidata-sindaco. «Vengo e vado da Milano continuamente - dice - ho moltissimi amici. Ma spesso mi viene detto che la città è noiosa, invivibile e per questo motivo io voglio farla ridiventare una città eccitante. Milano è la capitale economica e morale d'Italia. Io ho deciso di partire con la campagna per tempo e se diventerò sindaco mi farò aiutare da persone esperte: statene certi».

Cassano: fai straridere tu e la dolce vita...ciò nonostante sei l'unico che merita di portare la maglia azzurra

Monday, August 02, 2004

Chiede soldi all'amante della moglie: arrestato

L'accusa è di estorsione. L'episodio ad Assago

Luigi Boccarossa, 54 anni, finisce in manette per aver minacciato l'uomo chiedendogli 3.500 euro.

ASSAGO (MILANO) - Il tradimento non è un reato, ma la tentata estorsione sì. E così da tradito si è trasformato in inquisito. Luigi Boccarossa, 54 anni, originario di Napoli e da tempo titolare ad Assago di una impresa di pompe funebri, invece di vendicarsi con le proprie mani, ha pensato di chiedere denaro, in tutto 3.500 euro, al presunto amante della moglie ed è così finito in carcere a San Vittore con l'accusa di estorsione.

LA VICENDA - A dire il vero Boccarossa ad Assago è conosciuto per teatrali proteste contro il Comune: in un'occasione ha minacciato di buttarsi da un traliccio dell'Enel, poi si è incatenato e ha annunciato uno sciopero della fame. Una richiesta quella di Boccarossa tutto sommato modesta rispetto a quella fatta da un odontotecnico di Pavia, arrestato qualche giorno fa per aver chiesto all'amante della moglie prima 55mila euro e poi la possibilità di incontrarsi con la moglie di quest'ultimo. Boccarossa non è arrivato a tanto. Sospettava che un quarantreenne di Assago, fosse l'amante della moglie, anzi ne era talmente convinto da chiedergli un risarcimento in piena regola. Così lo scorso sabato sera ha dato appuntamento all'uomo per avere la somma richiesta. Non pensava però che ad aspettarlo ci fossero anche i carabinieri di Corsico travestiti da giardinieri che lo hanno arrestato non appena ha ricevuto il denaro.

Faistraridere Web Chart Winner Agosto 2004


Ciao, mi chiamo Antonino Junior Giovanni Geronimo Maria La Russa, ma non preoccupatevi potete chiamarmi semplicemente GERO!
Sono nato a Milano il 2 Aprile 1980; ho frequentato l’Istituto Zaccaria per poi proseguire gli studi al liceo scientifico " Collegio San Carlo" e alla "Scuola Europa" dove mi sono diplomato. Non mi mancano certo gli hobby, tra i quali paracadutismo (brevetto conseguito all’ A.N.P.d’I. di Milano), Savate alla palestra Doria in via Mascagni, e tutto ciò che riguarda l’high-tech (telefonini in primis).

la saga dell'orrore prosegue online...
http://www.geronimolarussa.it

Maglietta indecente, fatto scendere dall'aereo

Su un volo dell'American Airlines da Miami al Costarica

Sulla T-shirt una donna a seno nudo: o nascondeva l'immagine o cambiava maglia. Al rifiuto è stato lasciato a terra

MIAMI - Se indossi una maglietta indecente, per esempio con un'immagine in cui si vede un seno scoperto, rischi di essere cacciato da un aereo e di rimanere a terra. A meno di non cambiare maglia. È successo sabato scorso sul volo 952 della American Airlines a Miami. Oscar Arela e la sua fidanzata Tala Tow ritornavano da una vacanza in Costarica ed erano sbarcati all'aeroporto della Florida in attesa di un volo di coincidenza. Quando sono saliti sull'aereo della American Airlines, un assistente di volo ha invitato Arela a nascondere il disegno della T-shirt oppure di cambiarla.

SENO SCOPERTO - «Era l'immagine di un uomo e di una donna con il seno scoperto», ha raccontato Tow. Arela si è appellato al diritto costituzionale della libertà di espressione, ma l'equipaggio del volo 952 è stato inflessibile: o nasconde la figura, o cambia la maglia, oppure resta a terra. Risultato: i due sono scesi e sono rimasti a Miami e a poco è valso per Arela dire che nel volo precedente dal Costarica nessuno aveva obiettato per la sua «maglia indecente».

Tim Wagner, portavoce della compagnia aerea, ha detto che l'equipaggio ha agito correttamente e che la maglia era «più esplicita» di quanto affermato dalla coppia. Sul sito web della compagnia è riportato che «chi è vestito in modo da causare offesa o disturbo agli altri passeggi può non essere ammesso a bordo». L'American Airlines ha ridato ad Arela e alla sua fidanzata i soldi del biglietto.