Friday, October 29, 2004
Bush clona i soldati nello spot
La foto si trova ora sul sito www.georgewbush.com: ritrae una folla di soldati, che, si intuisce, è in attento ascolto del discorso del presidente. Ma a uno sguardo più attento, si vede che i volti di alcuni soldati sono gli stessi, ripetuti diverse volte. Insomma, si tratta di montaggio. Lo ammette anche la squadra elettorale di Bush, che ha usato la foto per uno spot tv trasmesso in Ohio. Ma assicura che non c’era alcuna intenzione di falsificare la realtà. «Se non sono capaci di dire la verità in un annuncio televisivo», ha detto per contro Joe Lockhart, il consigliere per la campagna elettorale dello sfidante democratico John Kerry, «non la diranno in alcuna altra circostanza. Lo spot truccato è fondamentalmente disonesto e insulta l’intelligenza del popolo americano». «Il motivo del ritocco - sostiene Mark McKinnon, responsabile della campagna pubblicitaria del presidente - è che si è voluto cancellare l’immagine del presidente che si rivolgeva alla folla da un podio. Non so nemmeno se era davvero necessario farlo, ma, dal momento che i tecnici lavorano alle mie dipendenze, me ne assumo la responsabilità». Insomma, stando a McKinnon, l’intento sarebbe stato di mettere in evidenza un soldato che sventolava la bandiera americana e un grafico ha pensato di eliminare l’immagine del presidente, riempiendo il vuoto con una copia di alcuni soldati. «Bush stava davvero parlando a una folla di soldati e la foto, per quanto ritoccata, non offre un’immagine sbagliata», sostiene Steve Schmidt, uno dei portavoce del presidente. Ma il boccone era troppo appetitoso per i democratici, che infatti non hanno perso l’occasione per sostenere che è nel pieno stile di Bush ricorrere a un montaggio: «Questa amministrazione ha sempre avuto qualche difficoltà a dire la verità agli americani, sia per quanto riguarda l’Iraq, che sulla perdita di posti di lavoro», ha sostenuto Joe Lockhart, portavoce di John Kerry.
Tuesday, October 26, 2004
Caserta: toro entra nel ristorante, annusa le portate e poi carica seggiole e tavoli
Un toro semina il panico in un ristorante
L'animale, fuggito a un allevatore, prima ha annusato le portate, poi ha inziato a caricare seggiole e tavoli
CASERTA - Una cena movimentata, da un toro, che ha fatto irruzione in un ristorante seminando il panico. Alla fine, con qualche leggero contuso tra i clienti in fuga, è finita meglio di quanto si potesse temere. Tra i clienti del ristorante «La Divina», a Mignano Montelungo in provincia di Caserta, c'era anche un gruppo di avvocati che stava mettendo a punto uno statuto di un'associazione in via di costituzione. All'improvviso - raccontano - hanno visto un toro che incornava la porta d'ingresso. Sono bastate un paio di testate dell'animale per spalancarla e la serata ha preso una piega inattesa.
HA ANNUSATO LE PORTATE - Il toro è entrato nella sala ed ha iniziato ad annusare tutte le portate che si trovavano sui tavoli. Poi, disturbato dal fuggi fuggi generale, ha cominciato a caricare sedie, divani e quant'altro capitava al suo passaggio. I quindici avventori ed i proprietari del ristorante hanno trovato rifugio ai piani superiori ed hanno così potuto chiedere aiuto ai carabinieri ed al 118.
Alcuni clienti, infatti, si sono sentiti male, qualche altro nella fuga ha riportato contusioni. Dopo due ore di lavoro dei vigili del fuoco e di un veterinario dell'Asl, l'animale è stato addormentato e riconsegnato al proprietario, un allevatore che vive poco lontano dal ristorante ed al quale il toro era sfuggito.
L'animale, fuggito a un allevatore, prima ha annusato le portate, poi ha inziato a caricare seggiole e tavoli
CASERTA - Una cena movimentata, da un toro, che ha fatto irruzione in un ristorante seminando il panico. Alla fine, con qualche leggero contuso tra i clienti in fuga, è finita meglio di quanto si potesse temere. Tra i clienti del ristorante «La Divina», a Mignano Montelungo in provincia di Caserta, c'era anche un gruppo di avvocati che stava mettendo a punto uno statuto di un'associazione in via di costituzione. All'improvviso - raccontano - hanno visto un toro che incornava la porta d'ingresso. Sono bastate un paio di testate dell'animale per spalancarla e la serata ha preso una piega inattesa.
HA ANNUSATO LE PORTATE - Il toro è entrato nella sala ed ha iniziato ad annusare tutte le portate che si trovavano sui tavoli. Poi, disturbato dal fuggi fuggi generale, ha cominciato a caricare sedie, divani e quant'altro capitava al suo passaggio. I quindici avventori ed i proprietari del ristorante hanno trovato rifugio ai piani superiori ed hanno così potuto chiedere aiuto ai carabinieri ed al 118.
Alcuni clienti, infatti, si sono sentiti male, qualche altro nella fuga ha riportato contusioni. Dopo due ore di lavoro dei vigili del fuoco e di un veterinario dell'Asl, l'animale è stato addormentato e riconsegnato al proprietario, un allevatore che vive poco lontano dal ristorante ed al quale il toro era sfuggito.
Friday, October 22, 2004
I cattolici impotenti hanno un patrono
Cerchi qualcosa? Invoca Sant'Antonio. Non ci vedi bene? Chiama Santa Lucia. Vuoi ottenere una grazia impossibile? Chiedi a Santa Rita. Ma nessuno avrebbe mai pensato che anche chi è impotente avesse una sorta di patrono da invocare nel caso in cui le energie, per così dire, venissero a mancare. Eppure c'è. E' San Fotino, vescovo di Lione, martirizzato nel 177, il cui culto è molto diffuso in Francia. In alternativa, a San Satiro, il fratello scapolo di Sant'Ambrogio. A far conoscere l'esistenza dei due santi patroni che hanno il potere di intervenire sulle disfunzioni erettili è il primo manuale sessuale per fedeli praticanti intitolato "Peccato non farlo" (edito da Piemme e con intervista finale al cardinale Ersilio Tonini).
Con questa guida, da pochi giorni in libreria, il mondo cattolico sembra volersi scrollare di dosso una serie di luoghi comuni e pregiudizi sulla natura sessuofoba della Chiesa, mostrando inedite aperture e cambiamenti in corso. "Considerata l'attuale banalizzazione del sesso e i galoppanti difetti di impotenza e frigidità che ne conseguono - si legge nel volume - nonchè il dilagare dei figli unici, anziché‚ insistere sui divieti e le limitazioni sarebbe meglio che i parroci incitassero gli sposi a far l'amore piu spesso.
Ce ne sarebbe bisogno". Autori del libro un giornalista di Avvenire, Roberto Beretta, e una teologa Elisabetta Broli che riportano passi del magistero di Wojtyla, delle Sacre Scritture, interventi di cardinali tra cui un vecchio discorso di Biffi dove si rispolvere un "sano materialismo cattolico", illustrando un paradiso dove si possono mangiare tortellini a sazietà senza rischio di ingrassare o di un aumento del colesterolo.
E chissà, si legge sempre nel libro - se lassù si farà anche l'amore senza piu limiti, nè di tempo nè di capacità fisiche". Ma coi propri legittimi partner s'intende, perché‚ per la Chiesa la condizione sine qua non per fare sesso è quella di essere sposati.
Agli sposi viene chiarito anche che è lecita anche la masturbazione se dopo un rapporto la donna non è riuscita a raggiungere l'orgasmo.
Sembrano lontani i tempi in cui la Chiesa distribuiva i manuali ai fidanzati per proibire persino il 'bacio profondo'. "Le vostre carezze - raccomandavano allora i parroci - devono limitarsi ad abbracci casti. Vi potrete abbracciare e anche manifestare la tenerezza con un bacio sulle labbra. Tuttavia dovrete stare attenti a non posarle a lungo, a non oltrepassare la barriere delle vostre labbra chiuse. Solo così il vostro amore rimarrà casto".
Seguiva una lista delle parti del corpo proibite. Mani e viso erano definite 'parti nobili', braccia, cosce e seno 'meno nobili', organi sessuali 'disonesti'.
Il cardinale Tonini interpellato in materia ribadisce che attraverso la sessualità passa "il tesoro della vita" e la Chiesa ha sempre difeso la "nobiltà della sessualità che altrimenti si abbassa ad ogni abuso". Poi chiarisce che i rapporti prematrimoniali restano negativi: "se ai ragazzi si offre un ideale, allora capiscono che le avventure non hanno ragione d'essere. Sono convinto ad esempio che dietro l'esplosione dell'omosessualità ci sia anche l'eccessiva esaltazione della potenza sessuale, alla quale spesso i giovani si sentono inadeguati, arrecando un danno enorme per la psiche delle persone". Rimane però il fatto che "la Chiesa non è nemica della carne. Dire che i 'due saranno una sola carne' non è cosa da poco. Però la carne a sé‚ non ha nessun senso" altrimenti "si cade nella corruzione".
Con questa guida, da pochi giorni in libreria, il mondo cattolico sembra volersi scrollare di dosso una serie di luoghi comuni e pregiudizi sulla natura sessuofoba della Chiesa, mostrando inedite aperture e cambiamenti in corso. "Considerata l'attuale banalizzazione del sesso e i galoppanti difetti di impotenza e frigidità che ne conseguono - si legge nel volume - nonchè il dilagare dei figli unici, anziché‚ insistere sui divieti e le limitazioni sarebbe meglio che i parroci incitassero gli sposi a far l'amore piu spesso.
Ce ne sarebbe bisogno". Autori del libro un giornalista di Avvenire, Roberto Beretta, e una teologa Elisabetta Broli che riportano passi del magistero di Wojtyla, delle Sacre Scritture, interventi di cardinali tra cui un vecchio discorso di Biffi dove si rispolvere un "sano materialismo cattolico", illustrando un paradiso dove si possono mangiare tortellini a sazietà senza rischio di ingrassare o di un aumento del colesterolo.
E chissà, si legge sempre nel libro - se lassù si farà anche l'amore senza piu limiti, nè di tempo nè di capacità fisiche". Ma coi propri legittimi partner s'intende, perché‚ per la Chiesa la condizione sine qua non per fare sesso è quella di essere sposati.
Agli sposi viene chiarito anche che è lecita anche la masturbazione se dopo un rapporto la donna non è riuscita a raggiungere l'orgasmo.
Sembrano lontani i tempi in cui la Chiesa distribuiva i manuali ai fidanzati per proibire persino il 'bacio profondo'. "Le vostre carezze - raccomandavano allora i parroci - devono limitarsi ad abbracci casti. Vi potrete abbracciare e anche manifestare la tenerezza con un bacio sulle labbra. Tuttavia dovrete stare attenti a non posarle a lungo, a non oltrepassare la barriere delle vostre labbra chiuse. Solo così il vostro amore rimarrà casto".
Seguiva una lista delle parti del corpo proibite. Mani e viso erano definite 'parti nobili', braccia, cosce e seno 'meno nobili', organi sessuali 'disonesti'.
Il cardinale Tonini interpellato in materia ribadisce che attraverso la sessualità passa "il tesoro della vita" e la Chiesa ha sempre difeso la "nobiltà della sessualità che altrimenti si abbassa ad ogni abuso". Poi chiarisce che i rapporti prematrimoniali restano negativi: "se ai ragazzi si offre un ideale, allora capiscono che le avventure non hanno ragione d'essere. Sono convinto ad esempio che dietro l'esplosione dell'omosessualità ci sia anche l'eccessiva esaltazione della potenza sessuale, alla quale spesso i giovani si sentono inadeguati, arrecando un danno enorme per la psiche delle persone". Rimane però il fatto che "la Chiesa non è nemica della carne. Dire che i 'due saranno una sola carne' non è cosa da poco. Però la carne a sé‚ non ha nessun senso" altrimenti "si cade nella corruzione".
Wednesday, October 20, 2004
Como: telefona alla mamma e viene messo in carcere per una settimana
E' finito in carcere con l'infamante sospetto di essere uno spacciatore di droga per colpa di una telefonata con il cellulare «sbagliato». Non sapeva che quel telefonino era sotto controllo e che gli avrebbe causato un mare di guai.
Villa Guardia (Como) - Ma era un errore e, dopo una settimana dietro le sbarre, lo stesso pm ne ha chiesto la scarcerazione, avvenuta sabato. In altre parole Sergio Bergna, 50 anni, artigiano di Villa Guardia non c'entrava nulla con il traffico degli stupefacenti provenienti dall'Olanda.
Ma ci è finito nel mezzo per via di una telefonata effettuata all'anziana madre all'interno di un bar di Gironico con il cellulare di un amico, che aveva una maggiore «copertura» di campo in quanto utilizzava un altro gestore. Non sapeva che quel telefonino era sotto controllo e che gli avrebbe causato un mare di guai.
Villa Guardia (Como) - Ma era un errore e, dopo una settimana dietro le sbarre, lo stesso pm ne ha chiesto la scarcerazione, avvenuta sabato. In altre parole Sergio Bergna, 50 anni, artigiano di Villa Guardia non c'entrava nulla con il traffico degli stupefacenti provenienti dall'Olanda.
Ma ci è finito nel mezzo per via di una telefonata effettuata all'anziana madre all'interno di un bar di Gironico con il cellulare di un amico, che aveva una maggiore «copertura» di campo in quanto utilizzava un altro gestore. Non sapeva che quel telefonino era sotto controllo e che gli avrebbe causato un mare di guai.
Tuesday, October 19, 2004
Schwarzenegger: «Dopo il mio discorso a favore del presidente si è negata per 14 giorni»
LOS ANGELES - Per colpa di Bush niente sesso. Non è l'ultima trovata in chiave anti-presidenziale che hanno escogitato gli spin doctor di J. F. Kerry per screditare l'inquilino della White House bensì l'amara confessione che un repubblicano doc come Arnold Schwarzenegger ha regalato alle tv americane. Da quando il governatore della California è sceso in campo per la rielezione di Bush, sua moglie, Maria Shriver, gli ha messo il broncio. La consorte di Schwarzy, che appartiene alla dinastia democratica dei Kennedy, non ha gradito il discorso pro Bush pronunciato dal marito alla convenzione repubblicana di New York di agosto. Lo ha confessato lo stesso Schwarzenegger davanti a una platea divertita nella città californiana di Monterey. «Bè, niente sesso per 14 giorni», ha detto Schwary all'ex capo di gabinetto della Casa Bianca, Leon Panetta, durante un dibattito pubblico davanti a un migliaio di persone. «Tutto provoca effetti collaterali», ha aggiunto Governator, suscitando l'ilarità generale.
Svizzera, ippopotamo uccide l'amica zebra
Wilhelm e Kalungu convivevano pacificamente da 12 anni. Ieri mattina il drammatico incidente davanti agli occhi dei visitatori
GINEVRA - Kalungu e Wilhem, una zebra e un ippopotamo, convivevano pacificamente da 12 anni nel giardino zoologico di Basilea, in Svizzera. Un'amicizia, nata nella fredda Svizzera, oltre le leggi di natura, tra due animali appartenenti alla savana. Ma ieri mattina nel precario equilibrio dev'essersi rotto qualcosa e Wilhem l'ippopotamo ha ucciso Kalungu la zebra, azzannandola e scaraventandola in acqua.
FIANCO A FIANCO - Nell'area dello zoo di Basilea dedicata agli animali africani la promiscuità è la norma. Gli animali non sono rigidamente divisi in gabbie e settori, ma le diverse specie vivono fianco a fianco e finora non c'erano stati episodi preoccupanti.
IL MORSO - Come ogni mattina, di fronte agli occhi dei visitatori del parco, Kalungu, un esemplare di zebra di 17 anni, dopo aver compiuto il rito quotidiano della marcatura del territorio, si è avvicinata al gruppo degli ippopotami. Kalungu e Wilhem avevano infatti inventato una sorta di gioco. Quando la zebra arrivava, l'ippopotamo apriva la sue enorme bocca e Kalungu prendeva il cibo direttamente dalle fauce dell'amico. Ma per qualche strano motivo ieri Kalungu ha compiuto un'azione che non avrebbe dovuto compiere: ha morso Wilhem. L'ippopotamo ha reagito d'istinto scaraventandola in acqua e azzannandola, aiutato anche da altri due ippopotami. Kalungu ha cercato di rialzarsi e di uscire dall'acqua, ma è crollata morente.
REGOLE - «L'episodio è del tutto imprevisto», ha detto Tanja Dietrich, portavoce dello zoo, «ma le nostre regole non cambieranno. La causa dell'incidente è stato l'insolto comportamento di Kalungu».
GINEVRA - Kalungu e Wilhem, una zebra e un ippopotamo, convivevano pacificamente da 12 anni nel giardino zoologico di Basilea, in Svizzera. Un'amicizia, nata nella fredda Svizzera, oltre le leggi di natura, tra due animali appartenenti alla savana. Ma ieri mattina nel precario equilibrio dev'essersi rotto qualcosa e Wilhem l'ippopotamo ha ucciso Kalungu la zebra, azzannandola e scaraventandola in acqua.
FIANCO A FIANCO - Nell'area dello zoo di Basilea dedicata agli animali africani la promiscuità è la norma. Gli animali non sono rigidamente divisi in gabbie e settori, ma le diverse specie vivono fianco a fianco e finora non c'erano stati episodi preoccupanti.
IL MORSO - Come ogni mattina, di fronte agli occhi dei visitatori del parco, Kalungu, un esemplare di zebra di 17 anni, dopo aver compiuto il rito quotidiano della marcatura del territorio, si è avvicinata al gruppo degli ippopotami. Kalungu e Wilhem avevano infatti inventato una sorta di gioco. Quando la zebra arrivava, l'ippopotamo apriva la sue enorme bocca e Kalungu prendeva il cibo direttamente dalle fauce dell'amico. Ma per qualche strano motivo ieri Kalungu ha compiuto un'azione che non avrebbe dovuto compiere: ha morso Wilhem. L'ippopotamo ha reagito d'istinto scaraventandola in acqua e azzannandola, aiutato anche da altri due ippopotami. Kalungu ha cercato di rialzarsi e di uscire dall'acqua, ma è crollata morente.
REGOLE - «L'episodio è del tutto imprevisto», ha detto Tanja Dietrich, portavoce dello zoo, «ma le nostre regole non cambieranno. La causa dell'incidente è stato l'insolto comportamento di Kalungu».
Monday, October 18, 2004
Pornodiva in campo a Piacenza
Invade il campo durante l'intervallo
Invasione di campo Piacenza. Nell'intervallo della gara del campionato di serie B tra i piacentini e il Catanzaro, il terreno di gioco è stato preso d'assalto, ma una volta tanto non si è trattato del solito ultrà, ma di una bella bionda aspirante pornodiva. Brigitta Bulgari si è scaraventata in campo avvolta in accappatoio di lamè d'argento per poi rimanere praticamente nuda. Subito fermata, è stata denunciata per atti osceni in luogo pubblico.
Se tutte le invasioni fossero di questo tipo forse ci sarebbe meno da preoccuparsi. In realtà le forze dell'ordine non guardano in faccia nessuno e la Bulgari è stata presa e portata in questura come un qualsivoglia hooligan. Solo che per lei la denuncia è stata per atti osceni in luogo pubblico. La belle svedese, lap-dancer e appartenente alla scuderia di un noto talent scout di pornodive, aveva annunciato solo qualche giorno fa l'imminente pubblicazione del suo calendario, ovvia quindi l'intenzione di farsi un po' di pubblicità gratuita. Intento probabilmente riuscito, ma il pubblico di parte maschile ha sicuramente apprezzato questo fuori programmi.
Usa: mette marijuana in frittelle poliziotti, arrestato
Posted by Valentina
WASHINGTON - Scherzo non apprezzato ai danni di un gruppo di poliziotti nel Texas: il dipendente di un ristorante di una catena di fast-food ha preparato le frittelle ordinate dagli agenti condendole con più di un pizzico di marijuana. Benjamin Roberts, 18 anni, è stato arrestato e accusato di possesso e spaccio di marijuana. Aveva arrotolato le foglie seccate della canapa indiana nelle frittelle ripiene ordinate dagli agenti di The Colony, un paese nel nord dello stato, per essere ritirate e consumate fuori dal ristorante. "Sapeva benissimo che l'ordine era per i poliziotti. E vedeva benissimo che questi erano arrivati per ritirarlo a bordo di un'auto di servizio", ha detto George Wintle, l'agente che ha arrestato Benjamin. Wintle non sembrava particolarmente scandalizzato. "Sembra una vicenda di leggenda urbana. Fa venire la voglia di controllare sempre quello che si sta per mangiare", ha detto l'agente. Per Benjamin la posta in gioco è alta: ha perso il posto al 'Whataburger', catena locale di fast-food, e rischia sei mesi di prigione.
WASHINGTON - Scherzo non apprezzato ai danni di un gruppo di poliziotti nel Texas: il dipendente di un ristorante di una catena di fast-food ha preparato le frittelle ordinate dagli agenti condendole con più di un pizzico di marijuana. Benjamin Roberts, 18 anni, è stato arrestato e accusato di possesso e spaccio di marijuana. Aveva arrotolato le foglie seccate della canapa indiana nelle frittelle ripiene ordinate dagli agenti di The Colony, un paese nel nord dello stato, per essere ritirate e consumate fuori dal ristorante. "Sapeva benissimo che l'ordine era per i poliziotti. E vedeva benissimo che questi erano arrivati per ritirarlo a bordo di un'auto di servizio", ha detto George Wintle, l'agente che ha arrestato Benjamin. Wintle non sembrava particolarmente scandalizzato. "Sembra una vicenda di leggenda urbana. Fa venire la voglia di controllare sempre quello che si sta per mangiare", ha detto l'agente. Per Benjamin la posta in gioco è alta: ha perso il posto al 'Whataburger', catena locale di fast-food, e rischia sei mesi di prigione.
Monday, October 11, 2004
Lei lo lascia. Lui le sabota i freni dell'auto
L'uomo è stato rinviato a giudizio con l'accusa di tentato omicido
Helmut Zemmer, 33 anni, di Bressanone, aveva più volte minacciato la sua ex
BOLZANO - Lei aveva deciso di lasciarlo. Lui le ha sabotato i freni dell'auto. Helmut Zemmer, 33 anni, di Bressanone, non voleva proprio farsi una ragione del fatto di essere stato abbandonato dalla fidanzata. Adesso è stato rinviato a giudizio con l'accusa, tra l'altro, di avere sabotato la macchina della ex tagliando i cavi dei freni.
L'uomo è stato condannato ad un anno di reclusione dal gup di Bolzano Carla Scheidle per i reati di molestie e di minaccia grave per una serie di sms inviate alla ex fidanzata ed al suo nuovo compagno.
Inoltre, dovrà presentarsi davanti al giudice con le accuse di tentato omicidio e di danneggiamento per gli atti di sabotaggio sull'automobile della sua amata. In un caso - questa l'accusa - l'amante abbandonato avrebbe tagliato i cavi dei freni della vettura, in un altro avrebbe tagliato le gomme dell'auto e in un terzo caso avrebbe provveduto a tranciare alcuni tubicini del motore.
Helmut Zemmer, 33 anni, di Bressanone, aveva più volte minacciato la sua ex
BOLZANO - Lei aveva deciso di lasciarlo. Lui le ha sabotato i freni dell'auto. Helmut Zemmer, 33 anni, di Bressanone, non voleva proprio farsi una ragione del fatto di essere stato abbandonato dalla fidanzata. Adesso è stato rinviato a giudizio con l'accusa, tra l'altro, di avere sabotato la macchina della ex tagliando i cavi dei freni.
L'uomo è stato condannato ad un anno di reclusione dal gup di Bolzano Carla Scheidle per i reati di molestie e di minaccia grave per una serie di sms inviate alla ex fidanzata ed al suo nuovo compagno.
Inoltre, dovrà presentarsi davanti al giudice con le accuse di tentato omicidio e di danneggiamento per gli atti di sabotaggio sull'automobile della sua amata. In un caso - questa l'accusa - l'amante abbandonato avrebbe tagliato i cavi dei freni della vettura, in un altro avrebbe tagliato le gomme dell'auto e in un terzo caso avrebbe provveduto a tranciare alcuni tubicini del motore.
Parte per la traversata dell'Atlantico in solitaria: salvato dopo un miglio
Genova, riportato a casa dopo un miglio
"Ci vediamo tra cinque mesi dall'altra parte dell'Atlantico", aveva detto, ed era montato sulla sua barca a remi cominciando a vogare. Alex Bellini, fotografo 26enne, un montanaro dell'Aprica, è stato salvato dopo cinque ore di lotta contro il mare, senza essere riuscito a superare nemmeno la diga foranea del porto di Genova. Ma lui non si arrende: "Il primo giorno utile ripartirò per l'Atlantico". La meta del giovane è la Guyana francese.
"Non ho una grande familiarità con l'elemento mare - aveva confessato Bellini alla partenza - ma provo un buon feeling e mi sento tranquillo". E a nulla erano valsi i consigli dei marinai veri, che nel porto di Genova lo avevano messo in guardia: il mare domenica a mezzogiorno era già grosso, e nessuno dei vecchi lupi di mare sotto la lanterna avrebbe scommesso un centesimo su di lui.
Perché attraversare anche il Mediterraneo proprio in autunno, nel periodo in cui le perturbazioni si susseguono sempre più frequenti e proprio in senso opposto alla rotta del giovane, da tutti era considerata fin dall'inizio una pazzia. Sarebbe stato molto più facile partire direttamente dalle sponde atlantiche, in modo da beneficiare degli Alisei. E invece Bellini, testardo, ha risposto che "voglio partire da casa mia. E siccome ad Aprica non c'è il mare ho scelto Genova, dove sono stato accolto molto bene".
E a chi ancora lo sconsigliava facendogli vedere i nuvoloni neri che si addensavano sopra il mar Ligure, il giovane montanaro ha fatto notare che "non sono mica scemo, so quello che faccio". E così, confortato dallo striscione "Aprica ti saluta" e dagli applausi di una nutrita schiera di compaesani giunti a vedere la partenza, Bellini si è messo in barca e ha cominciato a remare.
Cinque ore dopo, alle 18.30, senza essere riuscito a guadagnare neppure un miglio, Bellini ha chiamato via radio la Guardia costiera: "Potete tirarmi fuori di qui? Vento contrario e risacca sulla diga foranea mi tengono inchiodato, avrei bisogno di una mano per arrivare al largo". Secca la risposta dei militari della capitaneria di porto: "Guarda che noi le persone le salviamo, non le mettiamo nei guai. C'e' un avviso di burrasca forza sette per domani: se vuoi che interveniamo, ti riportiamo a casa".
E così Bellini ha gettato la spugna e, bagnato fradicio, e stato riportato in porto da una motovedetta. Ma lui non si arrende: "Il primo giorno utile ripartirò per l'Atlantico. La mia è stata solo una scelta di sicurezza, stava venendo buio e non riuscivo a staccarmi dalla diga foranea. Avrei dovuto vogare tutta la notte contro mare. Ho pensato che l'operazione di rimorchio sarebbe stata più semplice con la luce".
Per Bellini, insomma, ormai non esiste altro che il suo obiettivo: raggiungere la Guyana francese con una barca di otto quintali di peso per sette metri e mezzo di lunghezza, per stabilire il record della prima traversata in solitario a remi dell'oceano Atlantico. Ottomila e cento chilometri senza barca di supporto: secondo l'allenatore del giovane, l'oro olimpionico di canoa a Seul Gianluca Farina, per farcela il giovane dell'Aprica deve dare due milioni di colpi di remi in 150 giorni di traversata, con un impegno di 12-14 ore di voga al giorno non continuative. Ce la farà?
"Ci vediamo tra cinque mesi dall'altra parte dell'Atlantico", aveva detto, ed era montato sulla sua barca a remi cominciando a vogare. Alex Bellini, fotografo 26enne, un montanaro dell'Aprica, è stato salvato dopo cinque ore di lotta contro il mare, senza essere riuscito a superare nemmeno la diga foranea del porto di Genova. Ma lui non si arrende: "Il primo giorno utile ripartirò per l'Atlantico". La meta del giovane è la Guyana francese.
"Non ho una grande familiarità con l'elemento mare - aveva confessato Bellini alla partenza - ma provo un buon feeling e mi sento tranquillo". E a nulla erano valsi i consigli dei marinai veri, che nel porto di Genova lo avevano messo in guardia: il mare domenica a mezzogiorno era già grosso, e nessuno dei vecchi lupi di mare sotto la lanterna avrebbe scommesso un centesimo su di lui.
Perché attraversare anche il Mediterraneo proprio in autunno, nel periodo in cui le perturbazioni si susseguono sempre più frequenti e proprio in senso opposto alla rotta del giovane, da tutti era considerata fin dall'inizio una pazzia. Sarebbe stato molto più facile partire direttamente dalle sponde atlantiche, in modo da beneficiare degli Alisei. E invece Bellini, testardo, ha risposto che "voglio partire da casa mia. E siccome ad Aprica non c'è il mare ho scelto Genova, dove sono stato accolto molto bene".
E a chi ancora lo sconsigliava facendogli vedere i nuvoloni neri che si addensavano sopra il mar Ligure, il giovane montanaro ha fatto notare che "non sono mica scemo, so quello che faccio". E così, confortato dallo striscione "Aprica ti saluta" e dagli applausi di una nutrita schiera di compaesani giunti a vedere la partenza, Bellini si è messo in barca e ha cominciato a remare.
Cinque ore dopo, alle 18.30, senza essere riuscito a guadagnare neppure un miglio, Bellini ha chiamato via radio la Guardia costiera: "Potete tirarmi fuori di qui? Vento contrario e risacca sulla diga foranea mi tengono inchiodato, avrei bisogno di una mano per arrivare al largo". Secca la risposta dei militari della capitaneria di porto: "Guarda che noi le persone le salviamo, non le mettiamo nei guai. C'e' un avviso di burrasca forza sette per domani: se vuoi che interveniamo, ti riportiamo a casa".
E così Bellini ha gettato la spugna e, bagnato fradicio, e stato riportato in porto da una motovedetta. Ma lui non si arrende: "Il primo giorno utile ripartirò per l'Atlantico. La mia è stata solo una scelta di sicurezza, stava venendo buio e non riuscivo a staccarmi dalla diga foranea. Avrei dovuto vogare tutta la notte contro mare. Ho pensato che l'operazione di rimorchio sarebbe stata più semplice con la luce".
Per Bellini, insomma, ormai non esiste altro che il suo obiettivo: raggiungere la Guyana francese con una barca di otto quintali di peso per sette metri e mezzo di lunghezza, per stabilire il record della prima traversata in solitario a remi dell'oceano Atlantico. Ottomila e cento chilometri senza barca di supporto: secondo l'allenatore del giovane, l'oro olimpionico di canoa a Seul Gianluca Farina, per farcela il giovane dell'Aprica deve dare due milioni di colpi di remi in 150 giorni di traversata, con un impegno di 12-14 ore di voga al giorno non continuative. Ce la farà?
Thursday, October 07, 2004
«Troppo stress»: un canguro muore in uno spot
Le riprese sono continuate: al suo posto un uomo in costume
PIACENZA - La vita da canguro star non faceva per lui. Era stato scelto per promuovere il marchio Invicta in tv. Invece non è riuscito a girare neppure una scena dello spot di cui avrebbe dovuto essere il protagonista: è morto sul set, ucciso dallo stress. Ma la «macchina» non si è fermata: il suo lavoro è stato portato a termine da un uomo travestito da marsupiale. Una storia triste quella del canguro star. Tenuta nascosta per settimane. Emersa solo dopo la denuncia di alcuni operatori dello staff che hanno curato la telepromozione. Racconta uno di loro: «Non riesco più a dormire, non riesco a cancellare lo sguardo che aveva quel piccolo canguro che corre come impazzito nel recinto in cui dovevamo fare le riprese. La temperatura superava i 38 gradi». E ancora: «Mezz’ora dopo il canguro è crollato al suolo. Proprio davanti ai miei piedi. Aveva la lingua penzoloni, la bava alla bocca. Lo hanno preso per le zampe e trasportato in una stanza al buio. Nel frattempo ho cercato disperatamente un veterinario. Ma tutto è stato vano. La mattina dopo, mentre eravamo sul set per le riprese, ci hanno detto che dovevamo trovare un’altra soluzione perché il canguro era morto».
PIACENZA - La vita da canguro star non faceva per lui. Era stato scelto per promuovere il marchio Invicta in tv. Invece non è riuscito a girare neppure una scena dello spot di cui avrebbe dovuto essere il protagonista: è morto sul set, ucciso dallo stress. Ma la «macchina» non si è fermata: il suo lavoro è stato portato a termine da un uomo travestito da marsupiale. Una storia triste quella del canguro star. Tenuta nascosta per settimane. Emersa solo dopo la denuncia di alcuni operatori dello staff che hanno curato la telepromozione. Racconta uno di loro: «Non riesco più a dormire, non riesco a cancellare lo sguardo che aveva quel piccolo canguro che corre come impazzito nel recinto in cui dovevamo fare le riprese. La temperatura superava i 38 gradi». E ancora: «Mezz’ora dopo il canguro è crollato al suolo. Proprio davanti ai miei piedi. Aveva la lingua penzoloni, la bava alla bocca. Lo hanno preso per le zampe e trasportato in una stanza al buio. Nel frattempo ho cercato disperatamente un veterinario. Ma tutto è stato vano. La mattina dopo, mentre eravamo sul set per le riprese, ci hanno detto che dovevamo trovare un’altra soluzione perché il canguro era morto».
Wednesday, October 06, 2004
"Er Monnezza" entra nella Treccani
ROMA - "Er Monnezza" il celeberrimo personaggio interpretato da Tomas Milian entra nella Treccani, la piu' importante enciclopedia italiana. Il volume dedicato al grande schermo lo definisce icona del cinema popolare italiano. Tomas Milian, nome d'arte di Tomas Quintin Rodriguez, cubano, e' stato sicuramente uno degli attori piu' famosi del fiorente cinema del genere dei cosiddetti "poliziotteschi". Milian si e' poi trasferito negli Stati Uniti partecipando a film prestigiosi come "JFK" di Oliver Stone, "Amistad" di Steven Spielberg e "Traffic" di Steven Soderbergh.
Tuesday, October 05, 2004
Si taglia il pene e il cane lo mangia
Romania, voleva tagliare il collo al pollo
E' sceso in cortile in piena notte, nudo, per tagliare il collo a un pollo che faceva rumore e non gli permetteva di chiudere occhio, ma si è sbagliato e ha tagliato il suo pene. E' accaduto in Romania, in un villaggio vicino a Galati. Protagonista un uomo di 67 anni, Constantin Mocanu. E se possibile la vicenda ha ancora più dell'incredibile: il pene, caduto a terra, è stato prontamente divorato dal cane di Costantin.
La terribile vicenda è stata raccontata dall'uomo dopo essere giunto in ospedale in evidente stato di choc. "L'ho tagliato io confondendolo col collo del pollo", ha ammesso il malcapitato che nel giro di pochi minuti ha visto consumarsi sotto i propri occhi una vera tragedia: dapprima il terribile errore, il taglio del pene al posto del collo del rumoroso animale, poi l'arrivo del cane che mangia quello che inavvertitamente e erroneamente era stato tagliato.
E' sceso in cortile in piena notte, nudo, per tagliare il collo a un pollo che faceva rumore e non gli permetteva di chiudere occhio, ma si è sbagliato e ha tagliato il suo pene. E' accaduto in Romania, in un villaggio vicino a Galati. Protagonista un uomo di 67 anni, Constantin Mocanu. E se possibile la vicenda ha ancora più dell'incredibile: il pene, caduto a terra, è stato prontamente divorato dal cane di Costantin.
La terribile vicenda è stata raccontata dall'uomo dopo essere giunto in ospedale in evidente stato di choc. "L'ho tagliato io confondendolo col collo del pollo", ha ammesso il malcapitato che nel giro di pochi minuti ha visto consumarsi sotto i propri occhi una vera tragedia: dapprima il terribile errore, il taglio del pene al posto del collo del rumoroso animale, poi l'arrivo del cane che mangia quello che inavvertitamente e erroneamente era stato tagliato.
Anche la moda fa straridere
Una lente da passeggio incorporata in un cappellino presentata all quinta collezione annuale Millinary a Melbourne, in corrispondenza con l'inizio della stagione ippica in Australia che terminerà il 2 novembre con la Melbourne Cup.