Chirurgo pugliese pedinava la moglie anche dopo la separazione
La Cassazione punisce il marito geloso per maltrattamenti. La sentenza parla di «controlli ossessivi e assillanti».
ROMA - Un super-geloso patologico. Quando si trattava di dare l'assillo alla moglie, presunta infedele, Francesco I., stimato chirurgo pugliese, non badava a spese. Assoldava pedinatori, tapezzava la casa della donna di telecamere e di microspie. L'uomo è arrivato persino a noleggiare un elicottero per seguire gli spostamenti della consorte. Che, esausta, si è rivolta alla giustizia. La donna non potendone più ha denunciato i fatti e Francesco I., nel febbraio 2002, è stato condannato dalla Corte d'appello di Bari per il reato di «maltrattamenti in famiglia». Inutile il ricorso del chirurgo in Cassazione che mercoledì ha reso definitivo la condanna.
LA CONDANNA - Nella sentenza si parla di «ingiustificato» e «assillante controllo» che era passato attraverso normali «pedinamenti», per arrivare agli «appostamenti»e alle «riprese filmate e fotografiche» della consorte che veniva spiata anche in casa con microspie. Una serie di controlli «assillanti» che erano continuati anche dopo la separazione, quando la moglie da Barletta si era trasferita a Trani. In questo caso il chirurgo aveva fatto riprendere la consorte attraverso telecamere che aveva consegnato ai figli minori Alessio e Angelo.
LA SENTENZA: La Sesta sezione penale, (sentenza 36357) rigettando il ricorso, ha rilevato che «l'ingiustificato, immanente ed ossessivamente assillante controllo posto in essere da Francesco I., anche utilizzando un elicottero, fonoregistrazioni ambientali e mediante microspie, installate ripetutamente a bordo della vettura di Patrizia» costituiscono «elementi integranti le contestate
molestie». Il tutto, ha aggiunto la Cassazione, «in presenza di un
elemento psicologico tipico del reato di maltrattamenti, emergendo l'intento di sottoporre la parte lesa ad una pluralità di atti lesivi della integrità fisica e morale e, pure dopo la separazione, ad un regime di vita intollerabile».
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