Jeans, collant, slip e salvaslip, body e pantaloni troppo stretti sarebbero i responsabili di una sorta di "effetto serra" dell'apparato genitale femminile. Ad utilizzare questa insolita metafora ambientalista per descrivere alcuni disturbi tipici delle donne è la ginecologa/sessuologa Alessandra Graziottin del San Raffaele di Milano.
Pruriti, bruciori, irritazioni e infiammazioni in generale dell'apparato genitale femminile, che in Italia si calcola siano alla base di almeno due milioni di consultazioni ginecologiche ogni anno, sarebbero provocati quindi, mantenendo la terminologia ambientalista dell'esperta milanese, da un'alterazione del fragile "ecosistema vaginale".
Sul banco degli imputati il vestiario a strati molto aderenti tipico del mondo occidentale, all'origine di un aumento di qualche grado della temperatura delle secrezioni dell'apparato genitale (vulva e vagina).
Tale "surriscaldamento" fa proliferare le diverse tribù di germi che normalmente "abitano" i genitali e che aumentano di numero a causa di un "'effetto barriera" dovuto all'abbigliamento. I guai per le donne cominciano proprio quando l'ambiente o "ecosistema" delle tribù di germi dell'apparato genitale viene compromesso. Questo può accadere anche in molte situazioni. Ad esempio se si utilizzano detergenti intimi con ph elevato, che cambiano il grado di acidità vaginale alterado la proporzione numerica tra diverse tribù di germi che abitano la vagina.
Ma questo accade anche se si pecca di "troppa igiene". Lavaggi genitali troppo frequenti, infatti, spiega Graziottin, cioè superiori a due-tre volte al giorno, specie se con detergenti troppo aggressivi, rimuovono lo strato di sebo essenziale per la protezione della cute sottostante e per i normali ecosistemi. E' inoltre essenziale una protezione intima adeguata, "preferendo", ha aggiunto la ginecologa, "assorbenti o salvaslip di cotone, che facilitino la traspirazione e l'evaporazione"
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